Categorie
Rassegna Stampa

Giampaolo Lo conte al World Economic Forum Di Davos

IL WEF, un’occasione per i “problemi” del mondo

Si è conclusa poche settimane fa la 48esima edizione del WEF, meeting internazionale che annualmente riunisce le più grandi personalità politiche ed imprenditoriali internazionali. Il WEF, acronimo di World Economic Forum è una tavola rotonda economica a caratura mondiale conosciuta anche come Forum di Davos, città ove si svolge. Il WEF nasce nel 1971 come fondazione senza fini di lucro a Cologny, in Svizzera, per volere dell’economista Klaus Schwab. Fu sua l’idea di creare un “simposio” che riunisse i principali esponenti della politica e dell’economia, giornalisti ed intellettuali, al fine di discutere di importanti argomenti quali la salute, l’ambiente, l’economia globale, la politica. Inizialmente al meeting tra le Alpi svizzere venivano invitati solo manager ed imprenditori, solo dal 1974 furono “ammessi” anche i leader politici in concomitanza con l’avvento della più grande crisi energetica mondiale del 1973 che vide un brusco aumento del prezzo del greggio e derivati per effetto della Guerra del Kippur.

Da questo momento in poi, il Forum di Davos divenne una grande occasione per poter affrontare crisi bilaterali attraverso la proposta di negoziati e soluzioni. Importantissima ed epocale ad esempio fu la “dichiarazione di Davos” del 1988, un patto tra Grecia e Turchia che segnò il superamento della crisi bellica intercorsa tra i due Paesi. E ancora, fu il Forum di Davos a far incontrare per la prima volta i ministri nordcoreani e sudcoreani nel 1989, senza dimenticare infine il raggiungimento dell’accordo quadro tra Shimon Peres e Yasser Arafat nel 1994 per la situazione di Gaza e Gerico. Il World Economic Forum si pone quindi come punto di riferimento necessario per il miglioramento della condizione mondiale, tanto che, fino al 2012, ha avuto lo status di osservatore presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. Economicamente il WFE è finanziato da diverse imprese associate leader nei relativi settori di appartenenza nei propri Paesi.

Il Forum di Davos 2018, i partecipanti e i temi

Il Forum di Davos si svolge a porte chiuse ed ha una durata di 5 giorni per oltre 200 eventi in programma, alcuni dei quali vengono registrati e diffusi. All’ultima edizione del 22 gennaio 2018 hanno partecipato oltre 3mila persone, tra cui il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Tra le personalità politiche italiane invece, erano presenti Paolo Gentiloni ed il ministro dell’economia uscente Pier Carlo Padoan. Tra gli altri anche Emma Marcegaglia (presidente ENI), Claudio Descalzi ad di Eni, Alberto Nagel ad di Mediobanca, Mario Greco ad di Zurich, Vittorio Colao ad di Vodafone,, Francesco Starace ad di Enel, Carlo Messina ad di Intesa Sanpaolo, Claudio Costamagna presidente di Cdp, Philippe Donnet ad di Generali, Carlo Cimbri ad di Unipol, Andrea Illy presidente di Illy, Nerio Alessandri presidente di Technogym e Paolo Merloni presidente di Ariston Thermo, Fabio Gallia ad di Cdp, Davide Serra ad di Algebris.

Di cosa si è parlato?

Al centro del dibattito le sfide mondiali e gli affari economici. Uno degli argomenti più “vivi” è stato quello del Creating a Shared Future in a Fractured World, “come creare un futuro condiviso in un mondo fratturato.” E ancora temi quali la cybersecurity, l’ambiente e il sociale.  

Presente all’incontro anche Giampaolo Lo Conte, imprenditore e trader di fama internazionale che per l’occasione ha portato tutta la sua esperienza in fatto di economia e politica interna. Al suo ritorno abbiamo potuto scambiare con lui qualche breve battuta:

D. Caro Giampaolo, com’è Davos?

R .(sorride) Davos è una cittadina molto particolare devo dire. Bella, pulita, ordinata.. e piena di neve! Mi ha stupito soprattutto la grande organizzazione dal punto di vista della sicurezza, la città durante il Forum è decisamente blindata. Non è la prima volta che mi trovavo qui.

D. Come è stato sedersi al fianco di personalità potenti come Donald Trump?

R. Partecipare ad eventi del genere è sempre motivo di crescita. Sono diversi anni che ho la fortuna di partecipare al WEF e devo dire che quest’anno è stato particolarmente interessante. Trump è un ottimo imprenditore oltre che politico, ma c’è da imparare molto anche dai politici in “casa nostra”

D. Spiegati meglio

R. Le politiche europee sulla liberalizzazione dei mercati e sulla gestione delle risorse finanziarie sono tra le migliori al mondo. Parla un imprenditore che vive principalmente tra Europa e Stati Uniti. Forse all’estero sono più sensibili alle novità (il Bitcoin ad esempio si è “sdoganato” prima in Russia e negli USA piuttosto che in Europa), ma per quanto riguarda l’adozione delle politiche finanziarie preferisco il Vecchio Continente. Noi europei non manchiamo di difetti, riconducibili più al singolo politico che non ad uno specifico schieramento, ma sappiamo come tutelare le imprese e gli investitori “nostrani”.